Sintesi di monitoraggio legislativo 19 giugno – 3 luglio
NOTA POLITICA
Il Consiglio Europeo di scena il 25 e 26 giugno a Bruxelles si è rivelato uno dei più tesi degli ultimi anni, evidenziando appieno la delicatezza del momento storico che attraversa il progetto europeo. Sul tavolo i dossier Grecia ed emergenza migranti, gli snodi attraverso cui si dipanerà, nel bene o nel male, il futuro politico dell’Unione Europea. L’importanza del summit è emersa appieno nella serata di giovedì 25 giugno, quando i capi di Stato e di Governo dei paesi Ue hanno aperto il confronto sul tema immigrazione. Nell’occasione, il Premier italiano Renzi si è letteralmente scagliato contro alcuni dei presenti per l’incapacità dell’Europa di adottare un piano di redistribuzione dei circa 40 mila richiedenti asilo sbarcati in Italia e in Grecia nelle settimane precedenti. È da inizio anno, difatti, che Roma e Atene sostengono quasi per intero il peso dell’ondata migratoria che ha scaricato sulle coste meridionali del continente migliaia di persone in fuga dalle guerre e dalla povertà in Africa e Medio Oriente.
Per rispondere all’emergenza, la Commissione Europea aveva promesso l’attivazione di un sistema di redistribuzione dei migranti su base obbligatoria fra gli Stati, una soluzione presto rivelatasi alla base delle tensioni emerse durante il vertice di Bruxelles. Il Premier Renzi, nell’occasione, ha finito per rivolgere accuse durissime al blocco dell’Est – Polonia, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia – reo di voler diluire il piano proposto dalla Commissione: “Se questa è la vostra idea di Europa, potete tenervela. Solidarietà, o non perdiamo tempo. Se non siete d’accordo sui 40 mila da accogliere non siete degni di chiamarvi Europa”. Frattanto, prendeva corpo anche un inedito scontro istituzionale ai massimi livelli fra Jean Claude Juncker e il Presidente del Consiglio Europeo, il polacco Donald Tusk, schieratosi apertamente con la fronda guidata da Varsavia e per la volontarietà dell’accoglienza. Nella notte poi il compromesso, con la decisione di redistribuire i 40 mila richiedenti asilo nel corso dei prossimi 2 anni e di stabilire entro fine luglio l’entità delle quote in base alle dimensioni economiche e di popolazione dei singoli paesi.
Un altro fronte potenzialmente esplosivo è quello legato alla crisi della Grecia, anche per le ripercussioni che potrebbe avere sugli altri paesi di Eurolandia. Secondo l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s, l’eventuale uscita di Atene dalla zona euro costerebbe all’Italia 11 miliardi di euro in maggiori tassi d’interesse sul debito. Il nostro paese, stima l’agenzia, fronteggerebbe l’aumento “più grande in assoluto” all’interno dell’Eurozona che, nel complesso, vedrebbe levitare i costi legati al pagamento degli interessi fino a 30 miliardi di euro. In vista del referendum ellenico di questa domenica (gli elettori greci saranno chiamati ad approvare o respingere il piano di aiuti e di riforme presentato dai creditori internazionali al Governo Tsipras), il Premier Renzi ha definito la tornata come un voto sull’appartenenza o meno alla valuta comune, pur sminuendo eventuali rischi legati a un’uscita di Atene dall’Eurozona grazie alla riforme strutturali del suo Governo. Del medesimo avviso il Ministro Padoan, che ha definito improbabile un incremento dei costi legati al rifinanziamento del debito e ricordato che l’economia italiana è oggi molto più solida rispetto al 2011, anno cruciale per la crisi dei debiti sovrani europei. L’auspicio del Presidente Mattarella è che l’accordo che seguirà la consultazione di domenica saprà essere “bilanciato” e permettere alla Grecia di dare soluzione ai propri problemi economici senza essere costretta ad abbandonare l’unione monetaria o persino l’Unione Europea.
La dialettica politica interna risente naturalmente delle vicende in atto a livello europeo e mediterraneo, a partire dall’emergenza immigrazione e dal rischio terrorismo. La scorsa settimana, prima di volare a Bruxelles, il Premier Renzi ha infatti tentato di raggiungere una mediazione con i vertici delle Regioni italiane per determinare in che modo ripartire i migranti nel territorio nazionale. L’emergenza immigrazione, entrata con prepotenza nel dibattito politico italiano erodendo parte della popolarità di cui godeva l’esecutivo Renzi, ha finito per portare a una polarizzazione delle posizioni che scandiscono la dialettica Stato-enti locali e riproporre una contrapposizione mai sopita fra Nord e Sud del paese. Le regioni meridionali, in prima linea di fronte all’emergenza, esortano da tempo le più ricche controparti settentrionali a un maggiore impegno in materia di accoglienza. Devono però fare i conti con la ferma opposizione della Lega Nord e, ultimamente, anche di Forza Italia, che in più di un’occasione hanno minacciato di respingere eventuali nuovi arrivi. Luca Zaia, governatore leghista del Veneto rieletto trionfalmente alle scorse regionali, ha sintetizzato l’esito fallimentare del vertice dicendo che “è giusto ribellarsi” e non rispondere al telefono quando chiamato dal Governo.
Sul fronte politico-giudiziario, si registrano infine la sentenza della Corte Costituzionale relativa al blocco dei contratti per il pubblico impiego e quella del Tribunale di Napoli sulla sospensione del Governatore campano De Luca.
La Consulta ha giudicato illegittimo il blocco dei contratti in vigore dal 2009, pur esentando il Governo dall’obbligo di risarcire i dipendenti statali degli adeguamenti non riconosciuti negli ultimi sette anni. A partire dal prossimo anno l’esecutivo dovrà dunque reperire le risorse necessarie a sbloccare gli aumenti dei contratti per circa 3,5 milioni di lavoratori pubblici, con un costo per le casse dello Stato ipotizzato in circa 13 miliardi di euro. È stato così schivato il pericolo di una sentenza dagli effetti retroattivi che, secondo le stime ufficiali, avrebbe avuto un impatto potenzialmente esplosivo sulla tenuta del bilancio pubblico con ben 35 miliardi di euro.
Il Tribunale di Napoli ha invece accolto il ricorso d’urgenza del neo-Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca congelando l’efficacia della sospensione disposta in base alla Legge Severino. La sentenza permetterà all’ex-sindaco di Salerno di prendere parte al primo Consiglio Regionale e nominare i membri della Giunta. Il giudice ha spiegato che la sospensione avrebbe determinato “la necessità di ricorrere a nuove elezioni con la conseguente vanificazione dell’intero risultato elettorale, con indubbia lesione anche delle posizioni soggettive dei rimanenti eletti in Consiglio”. De Luca è emerso vincitore alle ultime elezioni regionali campane nonostante fosse stato inserito in una lista di candidati “impresentabili” dalla Commissione parlamentare anti-mafia a causa di una precedente condanna per abuso d’ufficio.
La Legge Severino, che porta il nome del Ministro della Giustizia del Governo Monti, fu votata ad ampia maggioranza alla fine del 2012 e riguarda candidati e membri del Parlamento italiano, di quello europeo, del Governo e delle istituzioni ed enti locali. Prevede tre tipi di provvedimenti: sospensione, decadenza e incandidabilità. Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha detto che la legge dovrà essere rivista alla luce del fatto che “a meno di 3 anni dalla sua entrata in vigore si riscontrano problematiche e dubbi applicativi”. La vicenda ha alimentato la polemica fra il Governo e l’opposizione di centrodestra per la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi dopo la sentenza di condanna per evasione fiscale.
SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO E REGOLATORIO
LAVORI PUBBLICI
Delega appalti: la Commissione lavori pubblici della Camera ha avviato l’esame
La delega appalti, dopo l’approvazione pressoché unanime a Palazzo Madama, è approdata a Montecitorio, dove martedì 23 giugno è stata assegnata in sede referente alla Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici.
Sono stati nominati relatori del provvedimento l’On. Raffaella Mariani, del Partito Democratico e l’On. Angelo Cera, di Area popolare.
E’ opportuno evidenziare, poiché di diretto interesse per i professionisti del settore, quanto dichiarato negli ultimi giorni dall’On. Mariani, in merito all’ipotesi di mutare la destinazione dell’incentivo attualmente diretto all’attività di progettazione interna alla pubblica amministrazione, configurandolo come premio per l’efficienza nella programmazione. In particolare, l’On. Mariani ha proposto di mantenere il premio economico, attribuendolo a «quei tecnici capaci di raggiungere gli obiettivi programmati, con un recupero di efficienza per le amministrazioni».
Il 2 luglio la Commissione ha avviato l’esame del provvedimento. L’orientamento dei Commissari sembra essere quello di non procedere a un nuovo ciclo di audizioni, come avvenuto in Senato, ma di chiedere ai soggetti interessati contributi scritti.
Le uniche audizioni che verranno svolte sono quelle del Ministro Delrio, calendarizzata per giovedì 9 luglio e, verosimilmente, del Presidente Cantone.
Approvata la riforma della scuola in Senato
Giovedì 25 giugno l’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato, rinnovando la fiducia al Governo, il maxiemendamento interamente sostitutivo del disegno di legge (A.S. 1934) di riforma del sistema nazionale di istruzione.
Il provvedimento torna alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva.
Rispetto al testo iniziale, approvato in Consiglio dei Ministri, il disegno di legge innalza di 200 milioni di euro, portandoli a 40 per il 2015 e a 50 annui per il periodo 2016 al 2018, i contributi stanziati per il finanziamento dei mutui trentennali stipulati dalle Regioni per gli interventi straordinari di ristrutturazione, messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole pubbliche.
Gli interventi potranno essere cofinanziati degli enti locali proprietari e le risorse potranno anche arrivare da fondi non spesi per vecchi programmi di edilizia scolastica e recuperati dalle regioni.
Il testo, inoltre, dispone la realizzazione di nuove scuole innovative con i fondi Inail (fino a 300 milioni), prevedendo a tal fine un concorso per la selezione dei progetti, con scadenze attuative fissate dopo l’entrata in vigore della legge. È stato precisato che sarà lo Stato a pagare gli interessi sul capitale investito dall’Inail.
Ancora, per tutte le opere urgenti previste dall’art. 9 del decreto Sblocca Italia arriva una nuova scorciatoia procedurale (oltre alle deroghe già previste). La semplificazione consiste nel silenzio assenso di 45 giorni per tutti «i pareri, i visti e i nulla osta» legati agli interventi. Le amministrazioni interessate potranno pronunciarsi, anche tramite conferenza di servizi; ma, superati 45 giorni dalla richiesta, i pareri (o i visti o i nulla osta) «si intendono acquisiti con esito positivo».
Infine, il disegno di legge proroga di due mesi l’obbligo per i comuni non capoluogo di affidare gli appalti in forma aggregata. Si tratta della previsione del codice appalti che il cd. decreto Pa (convertito con la legge n. 90/2014) aveva reso esecutivo a partire dal prossimo 1° settembre.
Il comma 167 del maxiemendamento ha prorogato il termine di due mesi fissando l’entrata in vigore al 1° novembre di quest’anno. E’ opportuno precisare che la misura non riguarda solo le scuole ma si applica a tutte le acquisizioni di lavori, beni e servizi. Dal 1° novembre, dunque, l’ente locale non potrà più fare l’appalto in proprio ma dovrà scegliere fra tre opzioni “aggregative”: unione di comuni; accordo consortile tra i comuni; ricorso a un soggetto aggregatore. Diversamente, l’Anac non rilascerà il Codice identificativo di gara necessario per il bando.
Pubblicato regolamento ANAC su componimento controversie
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 27 giugno il regolamento 27 maggio 2015 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione recante “Regolamento sull’esercizio della funzione di componimento delle controversie insorte durante lo svolgimento delle procedure di gara per le quali l’Autorità può formulare una ipotesi di soluzione.
Al nuovo Regolamento è allegato il modulo che deve essere utilizzato per la presentazione dell’istanza di parere per la soluzione delle controversie e che deve essere indirizzato all’indirizzo protocollo@pec.anticorruzione.it.
MIT: aggiornata l’anagrafe delle opere incompiute
Il 1° luglio è stato pubblicato l’aggiornamento dell’Anagrafe delle Opere pubbliche Incompiute di interesse nazionale. L’elenco, doveva essere compilato sull’apposito sistema entro il 30 giugno 2015 dalle Regioni e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e si riferisce alle opere incompiute al 31 dicembre 2014. Manca attualmente l’elenco delle opere della Regione Siciliana, in corso di stesura, mentre la Provincia autonoma di Trento segnala di non avere opere incompiute. A oggi risultano 649 le opere pubbliche che non sono state completate, numero che varierà con i risultati della Sicilia.
“Ora dobbiamo andare oltre la stesura dell’elenco – dichiara in merito il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio – e istituire a cura del Ministero un’apposita task force che, così come avvenuto con l’Agenzia della Coesione per i Fondi europei, segua punto per punto le opere meritevoli di essere completate”.
Gli elenchi (in pdf o sulle pagine web) sono stati caricati dalle amministrazioni titolari dei procedimenti sull’apposito sito tramite il SIMOI – Sistema informatico di monitoraggio delle opere incompiute e sono pubblicati alla pagina del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
E’ il terzo anno di pubblicazione dell’Anagrafe delle Opere Incompiute: vengono segnalati nei tabulati per ogni opera la stazione appaltante, le risorse, la percentuale di lavori compiuti e le cause rilevanti dell’interruzione quali: interruzione temporanea, interruzione dovuta a cause ostative (come contenziosi o fallimenti), collaudo non eseguito per mancanza di requisiti, mancanza di risorse.
CIPE: Open CUP
Il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in collaborazione l’Agenzia per la coesione territoriale – DPS, ha iniziato la realizzazione del progetto OpenCUP.
L’iniziativa prevede la pubblicazione di un portale web che consentirà la visualizzazione delle informazioni riguardanti le decisioni di investimento pubblico programmate sul territorio nazionale – per questa prima fase limitatamente ai lavori pubblici – finanziate con risorse pubbliche (comunitarie, nazionali, regionali, etc.) o private.
In questo spazio ogni cittadino, istituzione o ente potrà conoscere, con l’ausilio di mappe, filtri e infografiche, quali e quanti interventi di sviluppo sono stati programmati sul territorio, in quali settori, da quali soggetti, in quali date e con quali costi e finanziamenti previsti, nonché scaricare i relativi dati in formato Open Data.
Il progetto intende anche fornire ai cittadini uno strumento utile per un’azione di controllo sugli investimenti pubblici, in termini di accountability, e promuoverne il coinvolgimento nella definizione delle scelte pubbliche, grazie anche alla possibilità – tramite il CUP – di una lettura integrata delle informazioni disponibili in diverse banche dati pubbliche.
Ambiente: modello unico ambientale
E’ in vigore dal 30 giugno il modello unico nazionale per la richiesta di AUA (Autorizzazione unica ambientale) al quale sono tenute ad adeguarsi le Regioni sulla base delle specifiche discipline locali di settore. Attraverso l’AUA possono richiedersi al Suap fino a 7 titoli abilitativi per interventi su impianti produttivi che non hanno dimensioni tali da richiedere l’AIA.
ANCE-Federcostruzioni: più concorrenza per rilanciare il mercato
Una maggiore concorrenza e un mercato più aperto sono le condizioni essenziali per rilanciare l’economia e far ripartire le opere pubbliche nel nostro Paese. Un battaglia fondamentale che vede unite l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, Federcostruzioni e Ance, e che è stata il tema centrale del convegno “Regole, concorrenza e mercato”, che si è tenuto alla Camera dei deputati.
“L’Italia è molto indietro su questo fronte – ha sottolineato il presidente di Federcostruzioni, Rudy Girardi – e per questo ha urgente bisogno di mercati trasparenti e concorrenza. Solo liberalizzando le concessioni dei servizi pubblici si muoverebbero 70-80 miliardi ogni anno.” Al centro del dibattito, in particolare, tutti i mercati esclusi alla concorrenza, come i servizi pubblici locali, alcuni ambiti dei lavori pubblici a cominciare dalle concessioni autostradali.
Un punto su cui ha insistito il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, ricordando l’importanza della legislazione europea in questa materia, che è da sempre orientata a mettere la gara al centro di tutti gli interventi che devono essere realizzati dai concessionari. A entrare nel vivo della questione è stata la relazione del professor Marco D’Alberti, ordinario di diritto amministrativo alla Sapienza, che ha fatto una ricognizione a tutto campo dei numerosi settori dell’economia che necessitano ancora di una vera liberalizzazione.
Gli effetti negativi della mancata concorrenza nel settore delle infrastrutture sono stati illustrati dal vicepresidente di Federcostruzioni, Roberto Mascellani, che ha evidenziato la scarsa competitività dell’Italia proprio per la presenza di “numerosi comparti dei servizi e delle infrastrutture a rete che beneficiano di ampi margini di protezione, con effetti negativi sulla performance economica”.
Ragioni condivise dal presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, che ha proposto alle associazioni imprenditoriali una stretta collaborazione per contrastare l’eccessivo ricorso all’in house da parte delle amministrazioni pubbliche. E a questo proposito la vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta, ha invocato la creazione di “un alto commissario, dotato di poteri ispettivi, che renda effettive le norme sulla concorrenza, che troppo spesso rimangono lettera morta”.
DURC on line: circolari di ANAC e INPS
ANAC: Dal 1° luglio la verifica della regolarità contributiva ai fini dalla partecipazione alle procedure di affidamento delle concessioni e degli appalti, ai sensi dell’art. 38, d.lgs. n. 163/2006, non potrà più avvenire attraverso il sistema AVCpass, ma esclusivamente attraverso la nuova procedura di acquisizione del DURC nelle modalità previste dal decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali 30 gennaio 2015 (G.U. n. 125 del 1 giugno 2015), così come specificate dallo stesso Ministero con circ. n. 19/2015.
INPS: Dal 1 luglio 2015 la verifica della regolarità contributiva nei confronti dell’INPS, dell’INAIL e delle Casse Edili, avviene con modalità esclusivamente telematiche ed in tempo reale indicando esclusivamente il codice fiscale del soggetto da verificare. L’esito positivo della verifica di regolarità genera un documento denominato “Durc On Line”. Per avvalersi della procedura l’utente deve essere in possesso di utenza e password/PIN, il servizio è infatti riservato agli utenti registrati. Circolare n. 126 del 26-06-2015 –
INAIL: L’Inail illustra i profili più strettamente operativi del nuovo servizio “Durc On Line”, operativo dal 1 luglio 2015, nonché gli aspetti di specifica competenza riguardanti in particolare i nuovi requisiti di regolarità contributiva per premi assicurativi ed accessori.
Circolare n. 61 del 26.06.2015
ANAC: casellario contratti pubblici
Con un comunicato del Presidente l’A.N.AC. ha chiarito che in caso di interdittiva antimafia è sempre necessaria la straordinaria gestione dell’impresa. Inoltre, ha sottolineato la necessità di pubblicare sul Casellario informatico anche il provvedimento prefettizio di commissariamento.
PROFESSIONE
RPT: risposta ad OICE su società ingegneria
Dura presa di posizione della Rete delle Professioni Tecniche nei confronti di OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica) sul tema del riconoscimento giuridico delle società di ingegneria.
Nel corso dell’audizione tenutasi alla Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del disegno di legge sulla concorrenza, OICE ha esposto il proprio punto di vista in merito all’articolo 31 del provvedimento sottolineando come esso chiarisca gli effetti del riconoscimento giuridico delle società di ingegneria, superando la Sentenza del TAR di Torino del 17 dicembre 2013 che inibiva loro la possibilità di operare nel settore privato.
Immediata è arrivata la reazione della Rete delle Professioni Tecniche nella persona del proprio Coordinatore, Armando Zambrano. “Quanto affermato dall’Oice in occasione dell’audizione è davvero sorprendente. Esso rende chiaro a tutti come l’intervento contenuto nell’articolo 31 – non sollecitato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che nella sua segnalazione non faceva in alcun modo menzione al provvedimento – miri di fatto a superare una specifica sentenza, quella del TAR di Torino, che ha ribadito quello che tutti sanno: le società di ingegneria non possono operare nel settore privato”.
“L’articolo 31 – ha continuato Zambrano – si configura come un vero e proprio intervento “ad personam”, anzi “ad societatem”, che mira a risolvere per via legislativa una questione che riguarda interessi di ben individuabili realtà societarie”. “Se l’articolo 31 venisse approvato – ha proseguito poi il Coordinatore della Rete – ad essere colpite sarebbero in primo luogo proprio le migliaia di società di ingegneria che fino ad oggi, correttamente, seguendo il dettato normativo, si sono astenute dall’operare nel settore privato. L’azione dell’Oice va, in primo luogo, proprio contro quelle società di ingegneria che in questi anni hanno agito correttamente. D’altronde l’Oice rappresenta il mondo delle società di ingegneria solo in maniera residuale. I suoi associati rappresentano a stento poco più del 5% delle società di ingegneria operanti in Italia”.
“Molto sorprendente – conclude Zambrano – è anche il fatto che un Deputato della Repubblica, l’On. Bonomo, si presti a difendere gli interessi particolari di una compagine societaria i cui ambiti di operatività hanno formato oggetto di apposito pronunciamento da parte di un Tribunale della Repubblica”.
Vale la pena di ricordare che lo scorso 19 giugno, in occasione della propria audizione presso la Camera dei Deputati, la Rete delle Professioni Tecniche aveva espressamente chiesto lo stralcio dell’intero articolo 31 del ddl sulla concorrenza, in quanto ripropone una modifica normativa palesemente distorsiva del mercato, oltre a determinare un vero e proprio colpo di spugna sull’attività in ambito privato delle società di ingegneria, che opererebbero fuori dalle regole etiche e professionali stabilite dalla legge italiana e dall’Europa.
DPS: Edilizia scolastica, bando professionisti
La Società Studiare Sviluppo s.r.l, beneficiaria dell’intervento di affiancamento straordinario alle autorità di gestione dei programmi operativi regionali dell’obiettivo convergenza in ritardo di attuazione, finanziato nell’ambito del PON GAT 2007-2013 (CUP: G81I12000390006) intende avvalersi del supporto di professionalità da reperire sul mercato per la realizzazione del citato intervento.
In particolare, la selezione in oggetto ha a oggetto l’individuazione di esperti junior per attività di assistenza e supporto sul campo agli interventi selezionati dai Programmi Regionali delle Regioni Obiettivo Convergenza con riguardo all’edilizia scolastica.
L’avviso scade il 9 luglio 2015. Testo Avviso
Architetti: riuso e sostituzione edilizia nelle periferie
“La ripresa del comparto delle costruzioni passa attraverso la rigenerazione delle nostre città che si realizza con l’agevolazione dei programmi di sostituzione edilizia nelle periferie e con l’ introduzione di semplificazioni amministrative. Abbiamo di fronte a noi un Paese da “rifare”: 4 milioni di edifici a rischio terremoto; quasi 2 milioni costruiti a ridosso dei letti dei fiumi; 8 milioni di edifici da efficientare; quasi 6 mila borghi abbandonati per i quali va trovato un nuovo destino; il problema delle incompiute da affrontare in modo definitivo; territori da risanare dalle ferite dell’abusivismo.” Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“Per fare ciò serve introdurre, ma serve farlo presto, nuovi strumenti normativi – e ci rivolgiamo al presidente Matteo Renzi che sembra aver colto l’urgenza di affrontare finalmente la crisi del settore – in grado di realizzare un piano strategico che affronti in modo articolato i temi del riuso, dell’efficientamento energetico e della rigenerazione degli spazi pubblici”.
“Serve, allora, una campagna di sostituzione edilizia nelle periferie, sostenuta da adeguate incentivazione, che sbloccherebbe sicuramente investimenti, pubblici e privati, e senz’altro produrrebbe il rilancio del settore, incidendo in modo determinante alla riqualificazione delle città. Solo così salvaguarderemo il territorio e miglioreremo la qualità della vita nelle città italiane, ma soprattutto solo così potremo agganciare veramente la ripresa”.
“La crisi delle costruzioni – conclude il presidente degli architetti italiani – sta travolgendo, sempre più, aziende e professionalità fondamentali per il settore, ma che lo sono anche per la tenuta della nostra economia. La comunità degli architetti sta pagando un prezzo altissimo: non chiediamo assistenzialismo, ma l’introduzione di provvedimenti affinché il mercato dell’edilizia torni ad essere efficiente e competitivo”.
Urban-Promogiovani: settima edizione
Al via la settima edizione di Urban-promogiovani, il concorso internazionale – promosso all’interno di Urbanpromo, l’evento di marketing urbano e territoriale organizzato da Inu e Urbit – aperto agli studenti universitari di tutto il mondo della progettazione urbana e della pianificazione, con l’obiettivo di condividere idee e conoscenze sul fronte della rigenerazione urbana. Per partecipare a Urban-promogiovani7 gli studenti dovranno presentare una proposta progettuale dedicata alla rigenerazione di un’area urbana con un approccio integrato, relazionata ad alcuni dei temi guida dell’edizione 2015 di Urbanpromo: trasformazione urbana, marketing urbano, smart city, energia sostenibile, social housing.
I concorrenti dovranno presentare il materiale entro il 30 settembre, secondo le modalità previste dal bando(www.inu.it). I progetti in concorso saranno pubblicati nella Gallery online di Urbanpromo 2015 dal 5 ottobre, valutati da una giuria internazionale e votati, fino al 30 ottobre, dagli appassionati che visiteranno il sito web di Urbanpromo. Saranno premiati i due progetti più votati dai visitatori del sito e altri due scelti dalla giuria internazionale.
Professioni e professionisti – esercizio in forma societaria
Con la sent. n. 13144 del 23.6.2015 le Sezioni Unite hanno affermato, componendo un contrasto giurisprudenziale, il principio secondo il quale la prescrizione presuntiva triennale del diritto ‘dei professionisti, per il compenso dell’opera prestata e per il rimborso delle spese correlative’ (art. 2956, n. 2, c.c.) si giustifica sulla particolare natura del rapporto di prestazione d’opera intellettuale, sicché, nel regime previsto dal legislatore del 1942, nel quale il contratto d’opera professionale è caratterizzato dalla personalità della prestazione, non è opponibile alle società che esercitino attività di tipo professionale.
Ingegneria dell’ambiente
E’ stato pubblicato il Numero 2/2015 (Volume 2) della Rivista “Ingegneria dell’Ambiente”.
FISCO
Agenzia entrate: rimborsi IVA, modelli
Disponibili, sul sito internet www.agenziaentrate.it, i nuovi schemi di polizza fideiussoria e fideiussione bancaria da utilizzare per i rimborsi dell’Iva superiori ai 15 mila euro, in alternativa alla cauzione in titoli di Stato o garantiti dallo Stato.
Con il provvedimento del direttore dell’Agenzia, infatti, vengono approvati i modelli che sostituiscono lo schema di fideiussione approvato con il provvedimento delle Entrate del 10 giugno 2004.
Infine, in linea con la semplificazione dei rimborsi e la contrazione delle tempistiche e dei costi per l’esecuzione dei rimborsi, si riduce da 120 a 60 giorni il periodo presuntivo sul quale vengono calcolati gli interessi per il ritardo nell’assegnazione dei rimborsi in procedura ordinaria (annuali e trimestrali).
Agenzia entrate: Studi di settore, il contribuente spiega l’anomalia
Pronto il software con il quale dal 4 luglio i contribuenti che hanno ricevuto una segnalazione di anomalie riscontrate sulla base dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore dichiarati per le annualità 2011, 2012 e 2013, possono rispondere evidenziando errori nella comunicazione o le motivazioni che hanno determinato l’irregolarità.
Studi di settore. Il Fisco segnala, il contribuente spiega l’anomalia
LAVORO
In vigore dal 25 giugno due decreti attuativi del Jobs Act
Il decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 80, recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, è volto a sostenere le cure parentali e a tutelare in particolare le madri lavoratrici.
Il provvedimento interviene, innanzitutto, sul congedo obbligatorio di maternità, al fine di rendere più flessibile la possibilità di fruirne in casi particolari come quelli di parto prematuro o di ricovero del neonato; prevede un’estensione massima dell’arco temporale di fruibilità del congedo parentale dagli attuali 8 anni di vita del bambino a 12.; porta dai 3 ai 6 anni di età quello parzialmente retribuito (30%), stabilendo che per le famiglie meno abbienti tale beneficio può arrivare sino ad 8 anni. Analoga previsione viene introdotta per i casi di adozione o di affidamento.
In materia di congedi di paternità, viene estesa a tutte le categorie di lavoratori padri, non più solo ai lavoratori dipendenti, la possibilità di usufruire del congedo nei casi in cui la madre sia impossibilitata a fruirne per motivi naturali o contingenti.
Il legislatore, inoltre, ha introdotto disposizioni finalizzate a tutelare la genitorialità in caso di adozioni e affidamenti prevedendo estensioni di tutele già previste per i genitori naturali. Importante l’estensione dell’istituto della automaticità delle prestazioni (ovvero l’erogazione dell’indennità di maternità anche in caso di mancato versamento dei relativi contributi) anche ai lavoratori e alle lavoratrici iscritti alla gestione separata di cui alla legge n. 335/95 non iscritti ad altre forme obbligatorie.
Il provvedimento contiene anche due disposizioni innovative in materia di telelavoro e di donne vittime di violenza di genere.
Il decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 reca la disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della normativa in tema di mansioni.
Per quanto riguarda i contratti di collaborazione a progetto (Co. Co. Pro.) si prevede che non potranno più esserne attivati (quelli già in essere potranno proseguire fino alla loro scadenza). Comunque, a partire dal 1° gennaio 2016, ai rapporti di collaborazione personali che si concretizzino in prestazioni di lavoro continuative ed etero-organizzate dal datore di lavoro saranno applicate le norme del lavoro subordinato. Restano salve le collaborazioni regolamentate da accordi collettivi, stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, che prevedono discipline specifiche relative al trattamento economico e normativo in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative del relativo settore e poche altri tipi di collaborazioni.
Con l’intento di espandere le tutele del lavoro subordinato, il decreto legislativo prevede, con effetto dal 1° gennaio 2016, un meccanismo di stabilizzazione dei collaboratori e dei lavoratori autonomi che hanno prestato attività lavorativa a favore dell’impresa. Rientra nel quadro della promozione del lavoro subordinato e del contrasto all’elusione anche l’abrogazione delle disposizioni sul lavoro a progetto e dell’associazione in partecipazione con apporto di lavoro dell’associato persona fisica.
Il provvedimento dispone che il lavoratore possa essere assegnato a qualunque mansione del livello di inquadramento, purché rientranti nella medesima categoria e non più soltanto a mansioni «equivalenti», che implicano cioè l’utilizzo della medesima professionalità.
Viene altresì disciplinata la possibilità di accordi individuali, “in sede protetta”, tra datore di lavoro e lavoratore che possano prevedere la modifica anche del livello di inquadramento e della retribuzione al fine della conservazione dell’occupazione, dell’acquisizione di una diversa professionalità o del miglioramento delle condizioni di vita.
Il decreto delegato, pur con qualche novità, conferma alcune tipologie contrattuali: contratto a tempo determinato; Contratto di somministrazione; Lavoro accessorio (voucher); Apprendistato; Part-time.